La nostra Treviglio

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venerdì 2 aprile 2010

Lettera dei dipendenti Ygea S.p.a.

La notizia della messa all'asta delle Farmacie comunali di Treviglio, come si sa, è ormai ufficiale. E di fronte ad una decisione che riguarda così direttamente il nostro futuro e le nostre vite, non possiamo non intervenire ed appellarci alla città per scongiurare quello che riteniamo un grave errore.Al di là della politica, dunque, sicuri che sarà il buon senso a decidere alla fine, ecco cinque motivi per non farlo.
Uno.
Le farmacie comunali sono un patrimonio di Treviglio. Sono i Trevigliesi che con fatica e sforzi economici durati anni le hanno fatte crescere permettendo uno sviluppo importante i cui frutti sono sotto gli occhi di tutti. Parliamo di investimenti onerosi, che hanno portato alla realizzazione di due nuove strutture all'avanguardia come la Comunale 1 del Pellicano e la 3 di viale Piave. Sentiamo di essere un pezzo della città, se non altro perché alcuni di noi hanno dato alle Farmacie tutta, o quasi, la propria vita professionale. Sentirci dire dal sindaco che non siamo più strategici, francamente, è stato umiliante. Anche perché, contrariamente a quanto sostenuto dall'Amministrazione comunale, siamo un'azienda sana e vitale, appetibile sul mercato e funzionante.
Da qui il secondo motivo per non “alienarci”.
Nelle argomentazioni della maggioranza rileviamo una contraddizione quando dopo anni in cui l'attenzione all'utile è stato il criterio fondamentale che ha governato la gestione dell'azienda da parte del Comune, ora ci accusano di non offrire sufficienti servizi. Ed anzi, “Non offrono nemmeno quelli assicurati dalle farmacie private” ha detto il consigliere Pino Scarpellino durante la seduta dell'Assise del 22 marzo. Non è vero. Oltre alle circa 140 ore settimanali di apertura, nessun'altra azienda della zona offre un servizio notturno lontanamente paragonabile al nostro, dalle 20 alle 8 per 365 giorni all'anno, servendo di un bacino d'utenza che va da Verdello a Vailate. La Comunale 3 di viale Piave è aperta 20 ore e mezza al giorno. Domeniche e festivi compresi. Non è questo un servizio sociale?
Ecco il terzo motivo dunque.
Se sono i servizi che interessano all'Amministrazione, ci sono mille modi per sostenere una politica che già seguiamo da anni. Oltre all'indiscutibile utilità del servizio notturno e delle domeniche, ogni mese consegnamo gratuitamente a domicilio pannoloni e bombole d'ossigeno a diverse decine d'utenti anziani o a chi ne fa richiesta. Potenzialità enormi sono dietro l'angolo pronte ad essere tradotte in atto se solo alle spalle ci fosse la volontà politica del Comune di farlo.
Quattro.
Crediamo che un sano equilibrio tra pubblico e privato sia indispensabile per garantire la qualità e la funzionalità del servizio farmaceutico locale. Infine il nostro posto di lavoro.
Cinque.
Temiamo che le recenti rassicurazioni dell'Amministrazione comunale in merito alla conservazione del nostro posto di lavoro saranno alla prova dei fatti solo belle parole. Non crediamo che con la privatizzazione saranno rispettate le garanzie promesse circa il futuro occupazionale di noi dipendenti, e sarà probabilmente inevitabile che, prima o poi, ad alcuni di noi (molti?) sarà dato il benservito. Perché poi? Per fare cassa, e rifare il trucco all'ex Upim. Una ristrutturazione che per quanto importante, non crediamo valga quanto il lavoro di tanti anni. L'Armadillo sarà bello e dalla corazza luminosa e scintillante. Ma è senz'anima.
Distinti saluti
Lettera approvata all'unanimità dall'Assemblea dei dipendenti delle farmacie comunali di Treviglio

1 commento:

Anonimo ha detto...

Le ragioni dei dipendenti del farmacie meritano attenzione e rispetto. A loro evidentemente sta a cuore il punto 5 della lettera, e li capisco quando scrivono "prima o poi, ad alcuni di noi (molti?) sarà dato il benservito". I migliori auguri per un chiarimento positivo della situazione.
Lo spazio di una libera associazione politica, anche se di area definita, è il meno idoneo per fare demagogia su una questione politico-amministrativa che lega scelte difficili, da operare nell'interesse della città, alle prospettive di vita e di lavoro dei dipendenti di una azienda comunale.
Che siano scelte difficili lo si capisce dalla lunghezza esasperante delle discussioni sull'ex-Upim, complicate dalle improvvise accelerazioni alla vigilia di elezioni, e recentemente da capriole che portano componenti di destra e di sinistra a scambiarsi le posizioni e a ironizzare gli uni sugli altri sulla vendita delle farmacie.
Dico no alla demagogia perché, a ben guardare, gli orientamenti dei due schieramenti (o tre?) principali della politica trevigliese non sono affatto definiti né stabilizzati. Nulla di male quando le decisioni sono complesse, ma è inutile alimentare l'illusione che basti cambiare l'autista alla guida per risolvere i problemi.
Una soluzione, se esiste, non può prescindere dalla gradualità, che vieta sia il colpo di testa di un sindaco che acquista l'Upim senza sapere cosa farsene, sia di vendere in tutta fretta un'azienda comunale attiva, se non proprio redditizia, per risolvere questioni come l'Upim e le tangenziali, tutte ugualmente lontane da progetti esecutivi e perfino da ipotesi di fattibilità. Quando si pretende di adeguare la cassa alle idee, anziché il contrario, è inevitabile che ne derivi la paralisi, che comunque evita il peggio.
In proposito è deludente la disattenzione cronica per la buona pratica della programmazione, da attuare attraverso lo strumento del bilancio annuale, opportunamente chiamato Piano Esecutivo di Gestione delle entrate e delle spese. Questo è l'antidoto contro le improvvisazioni e la demagogia. Vedasi la scarna cronaca della stampa sulla approvazione del bilancio la settimana scorsa.
Ottimi gli interventi di Treviglio Libera e degli amici di Nuova Italia nei rispettivi siti, dove legittimamente rappresentano le loro posizioni. Manca purtroppo la sintesi dei partiti, e si badi che non ci sono solo le questioni di facile presa come l'Upim, le tangenziali, la via Cavallotti, dove ci si divide essenzialmente su come spendere il denaro pubblico. Ci sono i capitoli della lotta agli sprechi e per la produttività della macchina e dei servizi comunali, che dovrebbero essere il cavallo di battaglia del centro destra in un periodo di crisi economica, dei quali non si dice nulla.
Auguri di Buona Pasqua agli amici di Treviglio Libera
Valerio Adami