La nostra Treviglio

La nostra Treviglio

lunedì 5 ottobre 2009

UN PROGETTO PER IL 2011

Lettera dell'amico Roberto Fabbrucci:
Gentile direttore, da tempo molti cittadini trevigliesi si mostrano preoccupati del futuro politico della città, anche perché sono in arrivo le elezioni regionali la prossima primavera e quelle amministrative nel 2011. Infatti, da tempo viene rilevato, giustamente, come la nostra città non sia rappresentata nella giunta provinciale né in altri luoghi istituzionali della politica.Fatto decisamente anomalo per la seconda città della provincia che, oltretutto, esprime un’opinione pubblica maggioritaria dello stesso colore di quelle al potere in Provincia e in Regione.La ragione sta nella storia di Treviglio dal 1992 in poi e dall’incapacità di svincolarsi -almeno nelle elezioni cittadine- dai simboli di partito, quindi dalla “gestione” degli stessi a livello provinciale.E’ sbagliato osservare che i bergamaschi si sono sempre comportati come bergamaschi? O non è semplice umorismo ricordare che Bergamo e i suoi concittadini hanno sempre il volto -e il pensiero- rivolto alle valli? Se si fa eccezione per alcune attenzioni di Valerio Bettoni (ex presidente della Provincia) e del suo successore Ettore Pirovano (ci mancherebbe, è nato qui), per loro –i bergamaschi- la “Gera d’Adda” è ancora una terra sotto il protettorato dei Visconti di Milano.Un esempio viene da Forza Italia, oggi con An “Popolo delle Libertà”.
Dalla primavera del 2003, dopo l’elezione del coordinatore trevigliese arch. Enzo Bottinelli, non c’è stata un’assemblea. Dall’inizio del 2004 non si è più svolto un direttivo e in questi anni mai nessun tesserato (nessuno) ha partecipato alla scelta dei candidati delle competizione elettorale, neppure quelle trevigliesi. Anzi, quelli dissidenti (tutti) sono stati esclusi dalle liste.Mai si è chiesto un parere ad alcuno per determinare la scelta dei rappresentanti nelle commissioni, negli enti pubblici o in quelli soggetti alla decisione dei partiti. Mai si è chiesto un parere per il semplice fatto che gli iscritti, come interlocutori politici, non esistono, non hanno un loro rappresentante, neppure un delegato.
Detto questo, spiegato che il partito che dovrebbe rappresentare la maggioranza della città è stato messo in condizione di non esistere, come ci si può lamentare di non sapere dove cercare i suoi rappresentanti?Chiaramente senza un luogo dove discutere, confrontarsi, competere, emergono solo delle figure autoreferenziali che finiscono per sentirsi autorizzate a rappresentare il partito che non c’è.Non è un caso che questo produca un numero tali di ambizioni alla carica di sindaco da riempire un auditorium.
A questo punto vale la pena ribadire un concetto espresso più volte in questi anni: organizziamoci a livello locale dimenticando i simboli, coalizzando quanti condividono un programma amministrativo minimo (cinque, dieci punti e non più) e che sappiano esprimere (da subito) i nomi degli uomini e delle donne che potrebbero guidare la prossima amministrazione cittadina.I nostri avi hanno saputo difendere e salvare la città da immani tragedie, riuscendo ad ottenere per secoli (persino con Carlo V° e Napoleone), la loro indipendenza, è mai possibile che noi non sappiamo esprimere un progetto che metta assieme la maggioranza della città?Probabilmente questi sono ragionamenti accademici che lasciano il tempo che trovano, ne sono consapevole, anche perché i concittadini che rappresentano le forze economiche e produttive, nonostante soffrano più di altri la mancanza di un’amministrazione coerente con le ragioni della loro impresa, si limitano a lamentarsi senza indicare una qualsiasi disponibilità ad essere coinvolti, ma almeno proviamoci.
Già, perchè Treviglio sta perdendo il treno. Ironicamente proprio quando il quadruplicamento ferroviario, il raddoppio della Treviglio-Bergamo e l’alta velocità sono già cosa fatta, mentre sono in arrivo la Bre-Be-Mi e la bretella che la collegherà alla A4.Caravaggio non starà a guardare e trasformerà queste nostre debolezze in una sua forza (e lo sta già facendo), rendendosi disponibile ad ascoltare quanti vorranno sfruttare le potenzialità nate attorno alle nuove infrastrutture. E non illudiamoci che questo salvaguarderà in qualche modo Treviglio, tutt’altro, la nostra città rischierà di perdere le risorse e la vivibilità perché potrebbe anche diventare, in un tempo non lontano, la periferia di Caravaggio.Non sarebbe meglio essere un po’ più realisti, analizzare i numeri e costruire un progetto per la Gera d’Adda dove ognuno potrà dare il meglio di se, arricchendosi di soddisfazioni reali, servendo concretamente il territorio, sgomberando la mente da ambizioni che si sgonfierebbero –inesorabilmente- la sera stessa dello scrutinio elettorale?Li vogliamo discutere queste cinque o dieci cose da fare in cinque anni, vogliamo analizzare quali persone hanno competenza per sostenere i singoli progetti e quali sono coloro che possono sopportarli in Consiglio, nelle commissioni o negli enti? Ma questo senza guardare alle tessere del partito o alle vecchie militanze. Deve essere un progetto aperto a tutte le persone che hanno dimostrato passione e capacità politica e tra queste immagino molti giovani. Quei ragazzi emarginati proprio perché bravi e innamorati delle idee, non degli interessi particolari. Tutto ciò senza escludere i “padri della patria” che hanno un compito fondamentale: mettere a frutto esperienze e capacità per costruire una classe dirigente per il futuro.Altrimenti lasciamo perdere e andiamo al mare, perché liste costruite dalla segreterie provinciali, piuttosto che dalle compulsioni narcisistiche dei singoli –l’abbiamo sperimentato- non ci portano da nessuna parte.
Roberto Fabbrucci

1 commento:

Unknown ha detto...

Roberto,sono perfettamente d'accordo con te su tutti i punti.
Sergio Temelini