La nostra Treviglio

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martedì 23 giugno 2009

Dopo il Cromo VI ora l'acido fluoridrico!

Dalla stampa locale (www.bergamonews.it):

Un nuovo veleno nell'acqua di Treviglio. Dopo cromo esavalente e nitrati, nella falda spunta anche l'acido fluoridrico: secondo i dati rilevati dai piezometri, la concentrazione della sostanza ha superato i limiti di legge. Lo conferma l'assessore all'Ambiente Alice Tura: "E' stata rilevata una presenza di fluoruri superiore al consentito. Abbiamo già individuato la ditta responsabile e l'abbiamo invitata a presentare un piano di caratterizzazione per fotografare la situazione e verificare lo stato della possibile contaminazione". In una fase successiva si dovrà procedere alla bonifica tramite l'immissione nella falda di una soluzione basica. L'episodio desta un nuovo allarme e solleva molti interrogativi vista la frequenza e la facilità con cui sostanze tossiche di vario genere penetrano nella falda acquifera trevigliese. Intanto emerge un nuovo dato sulla questione cromo esavalente, la sostanza che da otto anni sgorga dai rubinetti della cittadina della Bassa. Si tratta di un "indice di rischio" elaborato da Pierluigi Forloni, ricercatore del Mario Negri e coordinatore del comitato scientifico di Legambiente, sulla base della ricerca americana che di recente ha dimostrato l'effetto cancerogeno prodotto dalla sostanza sui topi da laboratorio. Ebbene, Forloni ha calcolato il Margine di esposizione (MoE) per la popolazione trevigliese, scoprendo che è pari a 7000. La soglia di allarme è 10.000. Ciò significa che, senza cadere in inutili allarmismi, la situazione va perlomeno monitorata costantemente, in modo da evitare ulteriori peggioramenti e anzi, se possibile, migliorare la qualità dell'acqua.L'impresa però non è facile visto che, come se non bastasse, nell'acqua aumenta la quantità di nitrati provenienti dagli allevamenti suini. A Treviglio, secondo i dati in possesso di Legambiente, non raggiungono limiti tali da mettere in discussione la potabilità (ma la qualità dell’acqua sì) mentre a Brignano il livello risulterebbe appena sotto i limiti di legge.Va considerato che in determinate circostanze i nitrati si trasformano in nitriti. Questa reazione può avvenire nel terreno, nell'acqua potabile, negli alimenti e nell'organismo umano. I nitriti sono sostanze tossiche; legandosi all'emoglobina (la proteina del sangue che trasporta l'ossigeno ai tessuti) ostacolano l'ossigenazione. Particolarmente a rischio sono i neonati, nei quali la scarsa ossigenazione può causare difficoltà respiratorie e, in casi estremi, asfissia (morbo blu). In Italia, il valore limite ammissibile del contenuto di nitrati nell’acqua potabile è pari a 50 mg per litro; tuttavia, per l’alimentazione dei bambini di età inferiore ai 6 mesi si raccomanda di non usare acqua potabile con un tenore di nitrati superiore a 10 mg per litro.

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